PARROCCHIA SAN PANCRAZIO

S. Maria del Castello o Della Rosa

La tradizione vuole che l’immagine della Madonna col Bambino appartenesse ai proprietari del castello di Paderno Fc e che questi l’abbiano poi collocata sotto un portico all’interno dello stesso. L’origine del devoto santuario è indicata in documenti del 1504 e 1508 trovati da Sandro Guerrini. Da essi sappiamo di miracoli compiuti da un’immagine della Madonna a partire dagli ultimi anni del sec. XV. La soasa lignea policromata e dorata è secondo Luciano Anelli “di gusto squisitamente secentesco e che ripete, un po’ appiattita, l’impostazione del terzo altare a destra in S. Giovanni Ev.” in Brescia. Il 4 gennaio 1508 don Bernardino Albrici. Giovanni della Val di Scalve vende al parroco di Paderno, don Lubiano Marsiano di Salò, la quarta parte di un fabbricato oltre ad un pezzo di terra cui si aggiunge lo stesso giorno la vendita di un altro pezzo da parte di Pecino Fogazzi di Paderno, tutti allo scopo di edificare la chiesa di S. Maria del Castello “famosa per i miracoli”. Nella visita il vicario generale mons. Cavalli nel 1567, avendo verificato un grave deperimento dell’immagine, ordinava che fosse ridipinta e si provvedesse meglio alla cappella e all’altare, proibendo nel frattempo la celebrazione delle messe. Nel 1580 il visitatore mandato da S. Carlo ripeteva consimili prescrizioni e, più precisamente, che venisse costruito un vero altare, e che tolti i cancelli di legno, tutto il portico fosse chiuso da vere e proprie pareti. Fu certo in seguito a queste prescrizioni che il santuario assunse l’attuale struttura ad una navata. La popolarità poi del santuario stesso e le numerose e consistenti offerte causarono nei secoli che seguirono e specie nel Settecento contrasti fra l’autorità religiosa e quella civile pretendendo questa di amministrare le offerte e provvedere al santuario senza dipendere dal parroco. Un severo richiamo in proposito rivolgeva il vescovo Delfino nel 1702 che intimava di costruire la sagrestia come era già stato comandato precedentemente, pena l’interdizione della chiesa e l’assegnazione della cappellania ad essa annessa alla parrocchia. In queste occasioni le feste votive o di ringraziamento assumevano solennità straordinaria. Feste, processioni, devozioni straordinarie specie lungo il sec. XVIII furono testimoniate da ex voto e da documenti. Nell’Ottocento la devozione si consolidò ancor più come dimostra la decisione di celebrare ogni cinque anni straordinarie feste in onore della Vergine. Ma un segno singolare della devozione è indicato dal fatto che fino alla nota proibizione napoleonica il santuario fu anche adibito a raccogliere le tombe dei nobili di Paderno, fra i quali è da segnalare quella del conte Leonardo Martinengo morto a ottant’anni nel 1748. 

Nel 1658 il Faino registra anche l’esistenza assieme a S. Maria in Castro di un oratorio della B.V. per i Disciplini. Un oratorio privato della famiglia Stella risalente al sec. XVI scompare poi dagli elenchi delle chiese e dagli atti delle visite pastorali. In detta Visita è cenno pure di un Oratorio detto campestre, ancora esistente ma non più adibito al culto, della località Croce, di proprietà dell’Abbazia di S. Nicola di Rodengo , così appunto chiamato perchè “de iure”, dicono gli atti, “Rn. Monialium S. Crucis Brixiae” dal titolo “Madonna delle Grazie”, ora proprietà Catazzi-Feroldi. Sul muro di facciata in detta località oltre una Croce a fresco stinta per gli anni, è murata una piccola lapide con la seguente epigrafe: “D.O.M. – Admodum R.P. Lodovicus Portulaga Prior hoc opus fundamentis extruxit die VI mai MDCXXI”. Sulla porta dell’Oratorio (ormai dissacrato) non vi rimane che un quadro della Madonna delle Grazie “altare sfatto e trasportato in casa Catazzi” e una lapide con inscolpita crocetta e intorno iniziali e data SMG MDCXL. Gli alpini costruivano da parte loro negli anni ’70 una cappella che nel 1984 venne arricchita di affreschi di Gianni Battocletti raffigurante la Madonna degli Alpini con un alpino che chiama all’adunata, due angeli suonatori. 

Gianluigi Valotti